L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (United Nations High Commissioner for Human Rights, UNHCHR) ha pubblicato recentemente il nuovo rapporto sulla privacy nell’era digitale. La pubblicazione del rapporto è stata resa necessaria a causa delle crescenti minacce da parte delle nuove tecnologie verso la protezione del diritto alla privacy.

Il rapporto esamina tre aree fondamentali, considerate a rischio: l’abuso degli strumenti di hacking intrusivi, cioè i cosiddetti “spyware”; il ruolo della crittografia nella protezione dei diritti umani e l’impatto del monitoraggio digitale degli spazi pubblici, sia offline che online.

L’abuso degli strumenti di hacking intrusivi

Per quanto riguarda il primo punto, il rapporto descrive come i software spia possano trasformare la maggior parte degli smartphone in “dispositivi di sorveglianza 24 ore su 24”, consentendo agli esterni di spiare la nostra vita. Naturalmente gli spyware vengono progettati ed utilizzati per proteggere la sicurezza nazionale, per combattere la criminalità, il terrorismo, ma il report non fa mistero del fatto che in molti casi siano stati usati per motivi illegittimi, per spiare e controllare opinioni politiche dissidenti da quelle di regime, e per monitorare i movimenti di politici, giornalisti, attivisti per i diritti umani.

Ciò che propone il rapporto dell’ONU come misure da adottare al fine di affrontare la diffusione di questa tipologia di malware, è una moratoria sull’uso e sulla vendita di strumenti di hacking, fino a che non saranno attuate garanzie adeguate a proteggere gli utenti.  

Il ruolo della crittografia

In merito al secondo elemento su cui si sofferma l’ONU, ovvero il ruolo dei metodi di crittografia nella protezione dei diritti umani online, il rapporto afferma che negli ultimi anni diversi governi avrebbero intrapreso azioni in grado di compromettere la sicurezza e la riservatezza delle comunicazioni criptate.

La crittografia delle informazioni è necessaria per salvaguardare i propri diritti di espressione, opinione, libertà e sicurezza.Il suo ruolo deve quindi essere riconosciuto e tutelato dagli Stati e dagli organismi delle Nazioni Unite, i quali dovranno anche incoraggiare le imprese ad adoperarsi in questa direzione.

L’impatto del monitoraggio digitale degli spazi pubblici

Infine, l’ultimo punto chiave riportato dal rapporto dell’ONU fa riferimento all’impatto del monitoraggio digitale degli spazi pubblici. L’utilizzo sempre più frequente delle nuove tecnologie permette uncontrollo continuo e costante di ciò che le persone dicono online, anche e soprattutto sui social media.A tal proposito, il rapporto intima agli Stati di limitare le misure di sorveglianza pubblica a quelle “strettamente necessarie e proporzionate”.

Raccomandazioni

Il Report si conclude con alcune raccomandazioni da parte dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, tra le quali una maggiore attenzione alle misure adottate dagli Stati sulla privacy, che devono essere in linea con la normativa internazionale sui diritti umani, e una maggiore trasparenza nell’utilizzo delle tecnologie di sorveglianza.

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